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giovedì 19 settembre 2013

ABIT - Grugliasco (TO)



che tristezza...  mi dispiace!


Un mio amico ha pubblicato questo post su facebook...

AVVISO IMPORTANTE:

malgrado tutti gli sforzi sindacali ed istituzionali la COOPERLAT (gruppo Tre Valli) proprietaria dell'azienda ABIT di Grugliasco ha deciso di esternalizzare, ossia mandare da un'altra parte fuori dal Piemonte la produzione, con conseguente messa in mobilità di tutti i lavoratori (97 famiglie).
Vi chiedo gentilmente di condividere questo messaggio affinchè arrivi a più persone possibili, che si sappia che nell'era del km zero il latte piemontese verrà imbottigliato non a Grugliasco ma altrove, se passerà la logica del minore spesa... E chi se ne frega se 97 famiglie da novembre saranno in mezzo ad una strada.
Questa è la politica del gruppo Tre Valli che si fegia nei supermercati di valorizzare i prodotti locali.
Per ora teniamo duro e non molliamo ma ci serve l'aiuto di tutti, condividete, vi farò sapere gli sviluppi di questa vicenda che tra l'altro mi tocca personalmente in quanto sono uno dei 97.  Il 27 settembre il prossimo incontro in Regione.  
NOI NON MOLLIAMO. Condividete - Luke Valente






ABIT - PIEMONTE  da documentazione Tre Valli  (dal 2004 al 2009)

Il Consorzio è stato costituito nel 2004  da Cooperlat Tre Valli e dalla cooperativa agricola Abit, a conclusione della trattativa per l’acquisizione dell’azienda lattiero casearia torinese, già conosciuta ed affermata attraverso lo storico marchio Abit.
Ha sede a Grugliasco, alle porte di Torino, dove gestisce uno stabilimento per la produzione di latte fresco, latte Alta Qualità, mozzarelle e formaggi freschi. Tomini e altri formaggi tipici vengono prodotti, inoltre, nel caseificio di Alba. Il Consorzio Abit Piemonte provvede anche alla commercializzazione dei prodotti contrassegnati dal marchio Abit, che trovano sbocco commerciale prevalentemente nel mercato regionale. L’interscambio di prodotti con TreValli Cooperlat e le migliorie apportate allo stabilimento di produzione,
hanno ridato efficienza alla gestione aziendale, che, nel 2009, ha conseguito un fatturato di 40 milioni di euro.

Probabilmente, anzi.., sicuramente le cose dal 2009 sono cambiate. La crisi è crisi per tutti



COSA NE PENSA CLAUDIA PORCHIETTO 
Assessore al lavoro della Regione Piemonte 

31 luglio 2013

Claudia Porchietto ricopre uno dei ruoli più delicati nell'attuale schema di gestione del potere piemontese. 
La sua vita è un continuo "Vietnam" di crisi aziendali, tavoli di crisi, tavoli tecnici, riunioni.
L'ultimo caso si chiama ABIT (qui notizia) e coinvolge uno dei marchi più popolari della Provincia di Torino.

Assessore Porchietto, la cooperativa Cooperlat ha avviato la messa in mobilità dei lavoratori di Abit. Come si sta muovendo la Regione Piemonte?

Durante l’incontro avvenuto ieri mattina la cooperativa che gestisce Abit ha detto che non intende chiudere. I numeri però non raccontano la stessa storia. Mandare a casa 97 lavoratori su 104 per me vuol dire cancellare con un colpo di spugna il cuore e la memoria di un marchio storico del comparto caseario quale Abit. Per noi la strada di mantenere un presidio sul territorio solo in termini di logistica e commercializzazione non è percorribile: a questi due filoni è prioritario tenere legata anche la produzione.

Quali sono le ragioni della chiusura? Si è fatta una idea? 

Durante l’incontro la Cooperlat Tre Valli ha comunicato che in sei anni ha perso 8mil€ di euro con Abit. 
Prima però di dire che Abit può essere solo in perdita voglio vedere tutti i dati di bilancio per comprendere se e dove ci siano margini di manovra. In particolare ho chiesto che ci vengano forniti anche i numeri delle altre unità produttive in loro possesso e dei maggiori competitor. Abbiamo infatti bisogno di capire dove si possa intervenire per costruire un piano industriale e una ristrutturazione aziendale credibile.

Propone quindi una operazione sullo stile Acciaierie Beltrame? 

Assolutamente sì. Il modello è quello: capire i fattori non competitivi e trovare gli strumenti per correggerli. Sulle Acciaierie Beltrame di San Didero di Susa era principalmente il costo energetico e poi quello della logistica, anche con Abit credo che esistano spazi per intervenire se l’azienda vuole. 

Perché dice “se l’azienda vuole”? 

Perché bisogna capire se la decisione di smantellare l’Abit non sia stata già presa. Abbiamo chiesto di revocare la mobilità ma ci è stata espressa chiaramente l’indisponibilità di Cooperlat. Vedremo dopo il tavolo tecnico che dovrebbe svolgersi questa settimana se riusciremo ad aprire uno spiraglio. 
Resta il fatto che non molliamo la presa: per noi Abit è parte della nostra storia manifatturiera. 
Ci sono tanti ricordi, qualità, tradizione in questo marchio: cose che non vorremmo certo vederci “derubate” dal nostro territorio. Su questo punto tutte le istituzioni marciano compatte.  
Dalla Regione Piemonte alla Provincia di Torino, dal Comune di Torino a quello di Grugliasco
Tutti noi abbiamo figli che alle elementari sono stati in gita all’Abit e sulle nostre tavole ci sono da sempre i loro prodotti che non vorremmo veder arrivare da altre regioni d’Italia. 

Dal sindacato si è parlato di depauperazione della produzione negli anni per rendere non produttiva la sede di corso Allamano. Che cosa ne pensa? 

Francamente credo che oggi sia inutile pensare al passato. Il Sindacato lo sa e sta con noi. Certamente ad esempio è da chiarire come mai la commessa di Esselunga sul latte venga prodotta a Milano e non a Torino visto che richiedeva espressamente latte piemontese. 
Credo che su questo punto si possa aprire un confronto sereno e franco con Cooperlat e con gli allevatori che garantiscono il latte all’azienda.



VEDREMO CHE SUCCEDERA' IL 30 SETTEMBRE 2013
o meglio dal 1° ottobre in poi

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