venerdì 27 maggio 2011

159° RADUNO NAZIONALE DEI BERSAGLIERI A TORINO

Il Corpo dei Bersaglieri fu istituito in Piemonte, allora Regno di Sardegna, sulla base di una proposta del generale Alessandro La Marmora, il 18 giugno 1836. Il compito di questo Corpo era quello di svolgere funzione di esploratori ed assaltatori.

Alessandro La Marmora

                                          
La Marmora osservò minuziosamente le fanterie leggere di diversi stati: Francia, Inghilterra, Baviera, Sassonia, Svizzera, Tirolo; in particolare il “Tirallieur” francese, il Rifleman britannico, il Jager tedesco e lo Schutzen austriaco truppe tutte esperte nel tiro e nel combattere alla spicciolata. Impiantò nella propria casa un’officina da meccanico e fabbro per creare l’arma più adatta per il suo nuovo corpo: leggera, maneggevole, fornita di un puntale aguzzo nel calcio, come egli scrisse “onde render facile lo scalar picchi, il saltar fossi e crepe, lo scavalcar siepi e muretti”, doveva inoltre essere a caricamento rapido di maggiore portata e precisione.

CURIOSITA'

PERCHE' I BERSAGLIERI CORRONO?

I Bersaglieri corrono per ricordare un fatto avvenuto il 18 giugno 1836 quando il Capitano LaMarmoraa Moncalieri ha presentato al Re d'Italia la prima compagnia di bersaglieri.
Terminata la cerimonia il Corteo Reale si è avviato verso il Palazzo Reale di Torino (piazza castello).
I Bersaglieri DI CORSA con percorso alternativo anticipavano il Corteo Reale in Piazza Castello a Torino e quando il Re d'Italia è arrivato ha trovato la Compagnia Bersaglieri schierata. Chiamò il Capitano LaMarmora e disse: Caro Capitano Voi mi avete detto una bugia, le compagnie Bersaglieri sono due. LaMarmora rispose: Maestà è sempre la stessa Compagnia che di corsa Vi ha anticipato.
La Corsa dei Bersaglieri diventava istituzionale dando al Corpo dei Bersaglieri una innovazione tattico-militare per l'epoca in quanto allora gli eserciti si fronteggiavano compatti, mentre i Bersaglieri erano stati creati per movimenti rapidi ed incisivi.


E LE PIUME SUL CAPPELLO?    

Il pennacchio è formato da penne di gallo cedrone per la truppa  ed invece piume di struzzo color verde per gli Ufficiali. Qualche tempo dopo la fondazione, anche questi ultimi adottarono quello della truppa. Questo all'inizio veniva usato come protezione dal sole per l'occhio destro, quello che aveva il compito di mirare, e anche per la mimetizzazione, infatti quasi tutti i cacciatori dei vari eserciti, all'epoca della formazione del corpo, ricoprivano il berretto di penne e pennacchi per mimetizzarsi meglio.


IL FEZ?                                                         

gli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese, entusiasmati dal valore dei Bersaglieri (Battaglia della Cernaia), offrirono il loro copricapo, il fez, in segno di ammirazione. Prima, i Bersaglieri portavano un “berrettino di maglia di cotone, che copriva le orecchie e poteva tenersi anche sotto il cappello”; di colore turchino aveva un fiocco rosso. Dopo il cappello piumato (chiamato vaira) il fez diventò, ed è tuttora, un elemento emblematico del Bersagliere. Come tale va considerato e trattato: non dev'essere riposto in tasca, né arrotolato in mano, né piegato sotto la spallina. La nappa azzurra (la "ricciolina") deve avere il cordoncino corto (max. 30 cm) in modo da consentirgli di dondolare rapido da una spalla all'altra.


LA FANFARA





LA RUMBA DEL BERSAGLIERE

lunedì 16 maggio 2011

IL POZZO DI SAN PATRIZIO - ORVIETO

SEMPRE PARLANDO DEL 17 MARZO E DI SAN PATRIZIO



Una storia  a sé stante è quella del Pozzo di S. Patrizio, entrato da secoli a far parte dell’immaginario comune come metafora di infinita ricchezza.
Da cosa nasce questa immagine? 
Secondo una leggenda medioevale, il cosiddetto pozzo di san Patrizio era una caverna molto profonda che si trovava su un isolotto del Lough Derg, nell’Irlanda nord-occidentale.
Qui San Patrizio era solito ritirarsi in preghiera e si narra che Cristo gli aveva indicato la caverna per far vincere l’incredulità dei fedeli poco convinti a proposito delle pene dell’aldilà: chi fosse riuscito a raggiungerne il fondo, superando una serie infinita di prove, avrebbe ottenuto la remissione dei peccati e l’accesso a un luogo di delizie e infine al Paradiso.
L’isola del Lough Derg è meta di moltissimi pellegrini ancora oggi, ma la grotta fu chiusa nel 1457 per ordine di Papa Alessandro VI.



qui San Patrizio avrebbe trascorso, secondo la tradizione, quaranta giorni di preghiera e digiuno. Nel periodo dei pellegrinaggi (tra giugno e agosto), l’isola è accessibile solo ai fedeli, che vi soggiornano per tre giorni e tre notti, cibandosi solo di the e toast.                           



BENE, QUI FINISCO CON IL DISCORSO IRLANDESE  ED INIZIO CON ORVIETO
                    
                           
Sull'entrata la scritta 


"QUOD NATURA MUNIMENTO INVIDERAT INDUSTRIA ADIECIT"  
("ciò che non aveva dato la natura, procurò l'industria") 

L'ingegno umano, capace di colmare le carenze della natura.     


Il pozzo di San Patrizio venne costruito dopo il 1527, il progetto fu affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane, architetto di fiducia  di Papa Clemente VII, che si era rifugiato nella città di Orvieto per sfuggire ai Lanzichenecchi.

Il Pontefice fece costruire diversi pozzi affinché alla città non mancasse l'acqua in caso di invasione.


Per trasportare l'acqua in superficie, affinché le bestie da soma non si scontrassero salendo e scendendo l'Architetto inventò una struttura a doppia elica, disegnò una doppia scala a chiocciola composta da 248 scalini a rampa che girano intorno ad un cilindro profondo circa 53 metri.


Il pozzo è illuminato ed aerato da 70 finestroni.
Sul fondo  un ponte in legno  permette di attraversare il pozzo, nel quale il livello dell’acqua si mantiene costante grazie ad un emissario che fa defluire l’eventuale eccesso.

www.alvarophoto.com

Clemente VII non vide mai realizzata l'opera, che fu portata a termine da Simone Mosca nel 1543, quando sul soglio pontificio sedeva Paolo III.


Il pozzo della Rocca (questo era il suo nome in principio), fu riconosciuto come una delle meraviglie di Orvieto e divenne presto un'attrattiva per i viaggiatori, ma soltanto nell'Ottocento assunse la denominazione proverbiale di Pozzo di S. Patrizio, quando la rocca aveva perduto la sua funzione militare.
Il nome del Pozzo non ha alcuna attinenza con personaggi del luogo, ma fa riferimento all'abisso irlandese dove era solito pregare San Patrizio. Durante la costruzione del pozzo, vennero ritrovati numerosi reperti archeologici risalenti all’epoca degli Etruschi.

                                            

mercoledì 11 maggio 2011

TORINO - ORDINA LA NEVE PER GLI ALPINI

FANTASTICO!!!  MAGGIO 2011 NEVE A TORINO

            

sabato 7 maggio 2011

L'UNITA' D'ITALIA E' NATA A TORINO


L'invasione delle 'penne nere' nella prima capitale d'Italia



             



INNO NAZIONALE DEGLI ALPINI


                             


IL BERSAGLIERE HA CENTO PENNE MA L'ALPINO NE HA UNA SOLA

                              



SUI MONTI SCARPAZI
canzone cantata durante la 1° Guerra Mondiale dai Kaiserjaeger Trentini che inquadrati nell'Imperial Esercito Austroungarico andarono a combattere contro i Russi


                               


"LA TRADOTTA" CANTATA DALLA BRIGATA CADORE



                                


continua...

venerdì 6 maggio 2011

TORINO - 84ª ADUNATA NAZIONALE DEGLI ALPINI

nel weekend del 6,7,8 maggio 2011

Il mio papà era un alpino ed io ho cantato tante volte con loro, sin da quando ero una bambina, ecco una rassegna delle canzoni più belle


VECCHIO SCARPONE
Lassù in un ripostiglio polveroso,
Tra mille cose che non servon più,
Ho visto un poco logoro e deluso
Un caro amico della gioventù.


                               
Brano del Festival di Sanremo del 1953, III° classificato con le interpretazioni di Gino Latilla e Giorgio Consolini.


SUL CAPPELLO CHE NOI PORTIAMO
Su pei monti che noi saremo coglieremo stelle alpini per portarle alle bambine farle pianger e sospirar.

                               
Coro della SAT



LA PRIMA GUERRA MONDIALE NEL NORD
EST ITALIANO RACCONTATA... 

                                


LA SECONDA PARTE

                               


IN RICORDO DI TUTTI I CADUTI IN MONTAGNA


                              



a domani...